Al prossimo Vinitaly di Verona (7-10 aprile) l’Umbria offrirà una rappresentazione emozionale di sé stessa, accogliendo i visitatori attraverso la presenza coordinata di ben 54 aziende vitivinicole e con le atmosfere, i suoni, i sapori e il buon vivere del “cuore verde d’Italia”. Dimostrando così, ancora una volta, di essere una terra dall’identità spiccata quanto capace di far emergere differenze al suo interno e numerose variazioni sul tema.
Questa è l’Umbria del vino, caratterizzata da inequivocabili tratti comuni che l’obbligano a presentarsi in maniera unitaria, eppure capace di sottozone e territori dalla personalità spiccata, che parlano la lingua delle uve e dei vini del posto.
Una scoperta, insomma, che potrà fare ogni visitatore dello stand “Umbria wine experience” al Vinitaly 2019 (PAD. 2, A9/E10), curato da Umbria Top Wines (società cooperativa del vino umbro che raggruppa la maggioranza delle aziende vitivinicole regionali) grazie al bando PSR Umbria 2014-2020 Mis. 3.2.1 voluto dalla Regione Umbria. Domenica 7 aprile, alle ore 12, è in programma l’inaugurazione alla presenza, tra gli altri, della presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, dell’assessore regionale alle politiche agricole e agroalimentari Fernanda Cecchini e di Francesco Strangis, presidente Umbria Top, con presentazione del critico enogastronomico Antonio Boco.
Vino umbro, tra passato e contemporaneità
In ogni fazzoletto di questa terra si produce vino e non c’è luogo in cui il nettare di bacco non vanti un passato illustre, oltre ad una dimensione contemporanea seducente. E allora al Vinitaly 2019 sarà possibile immergersi nella storia e nella geografia “liquida” dell’Umbria, dai celeberrimi calici di Orvieto, una delle denominazioni più conosciute a livello internazionale, a Montefalco, culla di grandi vini, tra cui il Sagrantino, passando per i dorati bianchi di Spoleto; per non dire della rinomata Torgiano o di Todi, tra le patrie del Grechetto, varietà simbolo tra quelle a bacca bianca e perla dei Colli Martani. Le eccellenze, tuttavia, passano anche per nuovi percorsi o storie antiche capaci di riemergere dal passato. Sulle sponde del lago Trasimeno sono tante le varietà coltivate, anche se ultimamente si parla sempre più del locale Gamay. E anche intorno all’altro specchio di acqua dolce, Corbara, non manca una viticoltura sempre più apprezzata. Così come a Narni e ad Amelia, dove imperversa il Ciliegiolo, sugli aspri e fascinosi Colli Alto Tiberini, sullo splendido crinale vitato che si dirama dal capoluogo, Perugia, e in quelli intorno alle meraviglie di Assisi.
Nella regione piccola c’è il vino buono: i numeri dell’Umbria enoica (fonte Regione Umbria)
Il settore vitivinicolo rappresenta una delle più importanti filiere del sistema agroalimentare regionale. La superficie vitata è di circa 12.200 ettari. L’incidenza dell’Umbria sul totale del settore vitivinicolo italiano è contenuta sia in termini di superfici investite a vite (1,9%), che in termini di numerosità delle imprese dedite a questa coltura (2,9%). A ciò si aggiunge la ridotta dimensione media delle aziende viticole umbre (di poco superiore all’ettaro), che risulta inferiore alla già bassa media nazionale (1,6 ettari). La produzione complessiva media annuale di vino regionale è pari a circa 700.000 ettolitri.
Il sistema regionale dei vini a denominazione di origine (DOP) e a indicazione geografica (IGP) può contare su 2 vini DOCG: Montefalco Sagrantino e Torgiano Rosso Riserva; 13 vini DOC: Amelia, Assisi, Colli Altotiberini, Colli Martani, Colli del Trasimeno, Colli Perugini, Lago di Corbara, Montefalco, Orvieto, Rosso Orvietano, Spoleto, Todi, Torgiano; 6 vini IGT: Umbria, Allerona, Bettona, Cannara, Narni e Spello.
Per quanto riguarda la distribuzione produttiva del vino a seconda della tipologia (colore) – vini rossi e rosati o vini bianchi, emerge una prevalenza (per lo meno in quantità) della produzione di vini bianchi, trainati in modo particolare dalle DOC Orvieto classico e Orvieto e dall’IGT Umbria (bianco e grechetto). Le principali tipologie di vini rossi prodotte sono invece l’IGT Umbria rosso (merlot e sangiovese), la DOC Montefalco e la DOCG Montefalco Sagrantino.
In Umbria ci sono circa 240 strutture di trasformazione delle uve di cui circa il 20% sono condotte da giovani imprenditori. Un ruolo importante nel panorama produttivo regionale è svolto dalla cantine sociali che rappresentano con il 40% circa, una quota significativa.
Le esportazioni di vino umbro all’estero hanno superato nel 2017 quota 34 milioni di euro, con un aumento del 2,4%, rispetto all’anno precedente (fonte WineMonitor).
Obiettivo comune di molte aziende vitivinicole regionali è di valorizzare il forte legame identitario delle produzioni vinicole regionali con i territori di origine, i paesaggi, l’arte e la cultura della regione.
Le 54 aziende vitivinicole presenti al Vinitaly 2019
Scacciadiavoli, Benedetti & Grigi, Moretti Omero Organic Wines since 1992, Bocale, Colle Ciocco, Milziade Antano Fattoria Colle Allodole, Vetunna Cantine Bettona dal 1960, Dionigi, Terre de’ Trinci, Romanelli, Le Cimate, Cantina Tudernum, Villa Mongalli, Consorzio Tutela Vini Montefalco – Sagrantino, Azienda Agricola Valdangius, Morami, Peppucci, Cantina Bartoloni, Madrevite, Tenuta Cavalier Mazzocchi 1919, Tenuta Placidi, Cantina Baldassarri, Sasso dei Lupi, Leonardo Bussoletti viticoltore in Narni, Di Filippo, Terre de Capitani, Pizzogallo, Donini, Consorzio Tutela Vini Torgiano, Calispone, Chiorri, Consorzio Vini Orvieto, Terre Margaritelli Organic Wines, La Palazzola, Zanchi, Consorzio Umber, Santo Iolo, Azienda Agricola Feudi Spada, Adanti Azienda Agricola, Colle Uncinano, Castello di Montegiove, Tenuta Bellafonte, Tenuta di Saragano, Tenuta di Salviano, Castello di Corbara, Custodi, Altarocca Organic Wines, Cardeto, Pucciarella, Roccafiore Organic Wines, Cantina Todini, Torre Bisenzio, Fattoria di Monticello, Duca della Corgna Cantina del Trasimeno.