Un contributo all’aumento della produzione agricola per fronteggiare la crisi di approvvigionamento legata alla guerra russo-ucraina. I terreni a riposo, infatti, torneranno nel ciclo produttivo per legge. Lo dice un recente decreto del Mipaaf (Ministero delle Politiche agricole) che spiega come solo per il 2022 le superfici lasciate a riposo (“set aside”), potranno essere considerate “superficie distinta”, cioè utile a rispettare la diversificazione per le aziende obbligate.
Tutto questo anche se sono superfici coltivate o se utilizzate per il pascolo o per la raccolta a fini produttivi. La deroga al regolamento di obbligo di riposo riguarda, nello specifico, le aziende agricole che superano i 15 ettari.
Il decreto attua la Decisione di esecuzione della Commissione europea che definisce i provvedimenti di deroga relativi alla domanda unica Pac 2022. In base al decreto, le superfici lasciate a riposo possono essere considerate aree Efa (Aree d’interesse ambientale). Il provvedimento, dunque, riguarda i terreni lasciati a riposo.
Quali sono i terreni a riposo?
Per terreno lasciato a riposo s’intende un seminativo incluso nel sistema di rotazione aziendale, ritirato dalla produzione agricola per un periodo minimo continuativo di sei mesi a partire dal 1° gennaio e fino al 30 giugno dell’anno della domanda prevista dalla Politica agricola comune (Pac).
Coltivazioni in deroga
Le coltivazioni realizzate in deroga, sulle superfici ritirate dalla produzione, non potranno essere assicurate (con polizze agevolate) e non potranno godere di eventuali aiuti accoppiati o di eventuali aiuti per le filiere e i Piani di sviluppo rurale. Infine, la deroga non può essere applicata alle superfici ritirate dalla produzione che siano oggetto di impegno in misure Psr.
Con il decreto sono stati chiariti molti aspetti, ma il mondo agricolo resta in attesa delle prescrizioni specifiche che il ministero definirà dopo la costituzione di una commissione tecnica.