“L’Umbria si propone come un piccolo laboratorio di esperienze sul versante della riduzione del danno derivante dal fumo salvaguardando sempre però la produzione di un tabacco di qualità che rappresenta tuttora una componente molto importante dell’agricoltura della nostra Regione”. Così la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha aperto i lavori della tavola rotonda che si è svolta a Palazzo Donini, organizzata da Coldiretti Umbria in collaborazione con Philip Morris Italia. “Il tabacco in Umbria tra innovazione, tradizione e tutela della salute” questo il titolo dell’iniziativa alla quale ha partecipato anche l’assessore regionale alle politiche agricole Fernanda Cecchini, la presidente dell’Assemblea Legislativa dell’Umbria, Donatella Porzi, il presidente dell’Organizzazione nazionale dei Tabacchicoltori, Gennaro Masiello, insieme ai rappresentanti di Philip Morris, del mondo clinico e scientifico e di Coldiretti.
“Ci sono due aspetti che da sempre in Umbria vengono considerati e sono da un lato la produzione del tabacco e dall’altro lato la salvaguardia della salute, dell’ambiente e della comunità stessa della nostra Regione – ha affermato la presidente Marini -. L’iniziativa di Coldiretti e di Philip Morris ci consente di lavorare in piena sinergia, coscienti che ormai la strada dell’innovazione, in agricoltura, nella trasformazione dei prodotti e nella prevenzione della salute, è sempre più indispensabile. In Umbria peraltro – ha proseguito la presidente – abbiamo non solo una grande produzione agricola di tabacco ma anche una percentuale di fumatori superiore di quasi sei punti alla media nazionale, soprattutto donne. In Italia (dati 2017) i fumatori sono oltre 12 milioni e rappresentano il 23 per cento della popolazione, mentre in Umbria si registra una percentuale di fumatori adulti del 31 per cento che è la più alta a livello nazionale. Per questo il nostro piano regionale di prevenzione contiene la previsione di azioni sul territorio e sulle produzioni che riducono l’impatto sull’ambiente, sulla salute dei lavoratori ma anche delle comunità intere che vivono nella zone cosiddette tabacchicole che sono costituite dai circa 5800 ettari dedicati alle coltivazioni. Occorre dunque un accordo prima di tutto nella filiera agricola e poi con le realtà della ricerca scientifica per individuare le modalità migliori che possano dare un contributo alla riduzione del danno”.
“Come Regione siamo pronti a percorrere questa strada – ha sottolineato la presidente -, convinti comunque che sarebbe un grave errore se l’Europa decidesse di abbandonare la produzione di tabacco nei propri territori. I rischi ed il danno non diminuirebbe per le produzioni continuerebbero in altri paesi del mondo. Verrebbero meno però le garanzie che oggi ci sono date da regole europee certe che disciplinano le coltivazioni, l’uso di fitofarmaci, la qualità del prodotto agricolo ecc. Così come in Umbria si penalizzerebbe un settore che non ha contribuito soltanto dal punto di vista economico ma che ha rappresentato sempre un fattore di crescita e di innovazione, salvaguardando i territori ma anche la dignità del lavoro, in particolare delle donne, e di vera integrazione dei lavoratori impegnati nella filiera”.
Nel corso della Tavola Rotonda, Philip Morris Italia (che è il principale acquirente di tabacco greggio prodotto in Italia e dal 2011 acquista direttamente dai coltivatori Umbri oltre il 35% del volume totale di tabacco prodotto in Umbria, con investimenti complessivi per oltre 25 milioni di euro, promuovendo una filiera corta a vantaggio della competitività e redditività del settore tabacchicolo) ha illustrato anche gli accordi sottoscritti tra Philip Morris Italia e Coldiretti che prevedono inoltre diversi corollari volti all’applicazione di migliori pratiche o all’utilizzo di tecnologie innovative per la coltivazione e per la prima trasformazione del tabacco.
Tra questi le “Integrated Pest management”, pratiche finalizzate alla riduzione e al controllo dei fitofarmaci attraverso innovazioni tecnologiche e allo sviluppo di sistemi di supporto decisionale; le buone pratiche del lavoro, che contribuiscono alla sicurezza dei lavoratori e al contrasto al lavoro minorile; i finanziamenti per l’eliminazione dei forni diesel e per la promozione dell’ utilizzo di biomasse al fine di ridurre le emissioni di CO2 durante la cura del tabacco e la collaborazione con l’ Università degli Studi di Perugia per gli studi sulla Biodiversità. A tali investimenti si somma inoltre il valore degli acquisti, da parte di Philip Morris International, di tecnologie e macchinari per la coltivazione e cura del tabacco da aziende umbre del tifernate (Città di Castello), il cui valore complessivo negli ultimi 3 anni ammonta a ulteriori 25 milioni di euro.
Fonte: Agenzia Umbria Notizie